Un eccesso di EPA potrebbe rappresentare un fattore precipitante della fibrillazione atriale
Il favorevole effetto dell’olio di pesce ricco di acido grassi polinsanturi Omega-3 ( PUFA ) sullo sviluppo della fibrillazione atriale è controverso.
La relazione tra le concentrazioni sieriche di PUFA Omega-3 e l’incidenza di fibrillazione atriale non è ben definita.
Pertanto è stato compiuto uno studio per esaminare meglio questo rapporto.
Sono state valutate le concentrazioni sieriche di PUFA Omega-3 in 110 pazienti con fibrillazione atriale, in 46 pazienti con cardiopatia ischemica e senza questa aritmia, e 36 volontari sani.
Dei 110 pazienti con fibrillazione atriale 36 presentavano anche cardiopatia ischemica ( gruppo FA-CAD ) mentre 74 non soffrivano di ischemia ( gruppo FA ).
I livelli di Acido Eicosapentaenoico ( EPA ) nel gruppo solo fibrillazione atriale erano più elevati rispetto a quelli del gruppo fibrillazione atriale e cardiopatia ischemica e a quelli dei gruppi di controllo ( in media, 117, 76, e 68 mcg/ml, rispettivamente ).
Anche i livelli di Acido Docosaesaenoico ( DHA ) hanno mostrato lo stesso pattern ( in media, 170, 127, e 126 mcg/ml, rispettivamente ).
In entrambi gruppi i livelli di EPA nei pazienti con fibrillazione atriale persistente e permanente erano più alti rispetto ai pazienti con fibrillazione atriale parossistica ( in media, gruppo FA: 131 vs 105 mcg/ml; gruppo FA-CAD 82 vs 70 mcg/ml ).
L'analisi multivariata ha mostrato che i casi di fibrillazione atriale erano associati ad alti livelli di EPA ma non di DHA.
In questo studio che ha riguardato popolazione giapponese, i livelli di EPA e di DHA nei pazienti con solo fibrillazione atriale erano superiori a quelli nei soggetti normali. In particolare, il livello di EPA era associato all'incidenza di fibrillazione atriale.
I risultati dello studio fanno ipotizzare che un eccesso di EPA potrebbe rappresentare un fattore precipitante di fibrillazione atriale. ( Xagena2013 )
Tomita T et al, Heart Vessels 2013; 28: 497-504
Cardio2013
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